Chiesa Cristo Re

Benedizione della prima pietra : 4 ottobre 1930
Consacrazione della Chiesa : 19 ottobre 1946

La decisione di costruire una nuova Chiesa partì dell’allora parroco di Saiano, don Giovanni Salvi, che in occasione di un viaggio a Lourdes nel 1927  concepì il desiderio di una chiesa nuova per sostituire la “vecchia chiesa settecentesca ormai piccola e buia e senza possibilità di modifiche.” (cfr. Chiesa di San Salvatore).


Prima di addentarci nella storia recente che ha portato alla costruzione della “nuova” chiesa di Saiano, diamo qui di seguito alcune notizie riguardanti la “vecchia” chiesa di San Salvatore che delinea la storia dell’attuale parrocchia di Saiano.

 

San Salvatore, antica chiesa parrocchiale di Saiano

San Salvatore era un tempo la chiesa parrocchiale del borgo di Saiano, poi sostituita dalla parrocchia di Cristo Re (Rodengo e Saiano costituiscono un unico comune solo a partire dal 1927 quando i due centri furono unificati).

 

Oggi la ex chiesa ha una veste barocca, ma la sua fondazione risale addirittura al medioevo longobardo-carolingio nel nucleo più antico del paese, che ancora porta il nome di “Castello”, già Castrum fortificato di origine romana. Qui fra l’altro è stata messa in luce anche una domus romana (sono stati trovati frammenti di un pavimento a mosaico).

L’impianto attuale del “castello” ricalca l’ingombro di fortificazioni medievali rimaste fino all’inizio del Seicento; di essere non restano ruderi ma una parte del fossato perimetrale. .

La Chiesa, detta Vecchia, fu intitolata ai santi Salvatore e Giacomo. Nel corso dei rilievi archeologici compiuti in occasione del restauro (iniziato nel 1999 e completato nel 2022)), è emerso come l’origine del tempio vada cercata in un edificio tardoantico intorno al quale si trovavano molte sepolture: dunque l’area ebbe una funzione  religiosa con una cappella cimiteriale che poi fu ampliata in una piccola chiesa con abside (siamo intorno ai secoli IX-X) e più tardi sostituita da un ampio edificio a tre navate in epoca tardomedievale (secoli XIII-XIV) : è questo l’edificio che venne poi radicalmente modificato dalla ristrutturazione barocca della metà del Seicento (quando il tempio diventò Chiesa della Trasfigurazione). 

Le origini della parrocchia vengono fatte risalire al sec. XIV quando la chiesa era affidata ad un rettore-parroco mantenendosi così indipendente dal monastero di Rodengo. .

Nel 1641 i Padri della Pace, che possedevano dei terreni in Saiano ed erano quindi presenti sul territorio, con un congruo lascito contribuirono alla ricostruzione della chiesa parrocchiale nelle attuali linee di stile barocco a tre navate. La generosità dei padri si solidificò con la collaborazione alla vita pastorale e alla erezione dell’oratorio di San Filippo Neri.

A premio di tanta attività e di così intenso lavoro pastorale il 2 febbraio 1686 venne chiesta e ottenuta l’erezione dell’arcipretura di Saiano, “per la bellezza della Chiesa, la presenza di tre Oratori oltre alla chiesa e il convento dei padri minori di San Francesco, nonché per la grande fede della popolazione.”

La sua semplice architettura, con pianta rettangolare e copertura a botte, fu arricchita intorno al 1690 da chiaroscurati e vigorosi stucchi riconducibili all’artista bresciano Forabosco, come ad esempio i Quattro Evangelisti, in medaglioni ovali ai lati delle finestre, e Gesù nell’orto degli Ulivi nell’ampio specchio centrale della volta, quest’ultimo ormai quasi del tutto corroso dall’acqua piovana. Nel 1697 la bottega del Fantoni dotò la chiesa di una statua dell’Addolorata e prima ancora di un crocefisso (forse colorato) frutto della collaborazione di due grandi artisti come il Moroni e il Richino. Queste opere sono poi state trasferite nella nuova Chiesa Parrocchiale consacrata il 19 ottobre 1946 ed intitolata a Cristo Re.

La chiesa di Cristo Re

ìL’idea di don Salvi si andò concretizzando nel 1929 attraverso varie  difficoltà,  ma sostenuta dall’entusiasmo della popolazione che prestò manodopera, si sottoscrisse per oblazioni e lavoro gratuito, nonostante l’avversione delle autorità politiche del tempo che proibirono il lavoro gratuito delle operaie della Casa di S. Giuseppe.

 

Nel 1930 don Salvi presenta il progetto al Vescovo Gaggia, aggiungendo pure che “le condizioni economiche sono tristi, ma l’entusiasmo del popolo, se pur non basta a l’impresa, mi dà gratuitamente sull’area di fabbrica tutto il materiale grosso e minuto” aggiungendo anche “incominciamo in tempi tristi; finiremo quando finiremo”.

Finalmente il Prefetto ed il vescovo mons. Raggi dettero il permesso di avvio della costruzione della chiesa anche se non ci fu niente da fare per le offerte delle operaie della casa S.Giuseppe.  In effetti le offerte delle operaie dovettero essere restituite alla Superiora – come ordinato dal Questore – ma alla sera, all’uscita dalla fabbrica, le operaie rimisero insieme i soldi restituiti e li riconsegnarono segretamente al parroco.

Il disegno della nuova chiesa (abbandonata l’idea di don Salvi di un’imitazione del Santuario di Lourdes) venne steso dall’ing. Mario Piotti (che prestò la sua opera gratuitamente):Il progetto di stile romanico lombardo che il 29 agosto 1930 l’autore tracciò aiutato da Beniamino Andreis, che avrebbe assunto i lavori di costruzione, iniziò con le fondamenta della chiesa, che furono gettate a partire dal settembre 1930 mentre il 4 ottobre 1930 veniva benedetta dal vescovo ausiliare mons. Bongiorni la prima pietra, con la partecipazione di tutta la popolazione entusiasta e festante .
I lavori procedettero a ritmo serrato, sorvegliati dal geometra Valerio Ricci, dell’Ufficio Tecnico di Brescia che assecondò in ogni modo la costruzione. Nonostante il fallimento dell’Unione Bancaria Nazionale, presso la quale don Salvi aveva depositato tutti i suoi risparmi e quelli della parrocchiale – dei quali venne ricuperato solo il 25 per cento – l’opera continuò grazie ad aiuti crescenti di imprenditori, lavori di disoccupati sfamati in parrocchia, di offerte di beneficenza, superando gravi difficoltà. A proposito della perdita dei risparmi a seguito della chiusura della filiale di Ome dell’istituto di credito, don Salvi così commentò : “Comunque abbiamo una ragione in più per confidare nella misericordia del Signore; volentieri lo riconosciamo e lo ricorderemo il costruttore della sua casa”.
Pur con modifiche al primitivo progetto avvalorate da mons. Polvara della Scuola Beato Angelico di Milano e nuove iniziative di finanziamento, la chiesa veniva completata grazie a crescenti offerte, forniture di materiali, pesche, acquisti facilitati oltre che a modifiche di progetti affidate all’ing. Angelo Buizza.
Una parrocchiana ricorda: “La chiesa è stata costruita da tutta la comunità che, oltre a versare offerte, ha partecipato nel lavoro: per esempio i ragazzi andavano a raccogliere le pietre nel Gandovere, mentre le bambine passavano per le case a ritirare le uova che venivano poi vendute. E’ stato raccolto tanto rame per la statua di Cristo e molte nonne hanno offerto il loro oro per fare l’ostensorio.”

Nel frattempo nel settembre 1934 le opere di completamento procedettero con rapidità mentre venivano eseguiti lavori di abbellimento come il portale affidato allo scultore Vincenzo Vinatzer della Val Gardena, il rosone e il cornicione ad opera dello scultore Dante Gatti di Virle Treponti, la statua di Cristo Redentore, commissionata nel 1935 al cesellatore Riccardo Politi, da porsi poco sotto il timpano della facciata consegnata nell’agosto 1940.
La statua di Cristo Re comportò una raccolta di rame presso la popolazione, alla quale le famiglie povere risposero con generosità. La raccolta di rame subì anche la prospettiva di un sequestro governativo, nell’ambito delle requisizioni di rame che erano molto frequenti nel 1940 data la situazione di guerra Fu necessario l’intervento del Vescovo e la dichiarazione che ormai l’opera era terminata (mentre allora non v’era che il troncone) perché l’opera venisse riconosciuta come opera d’arte quindi non requisibile. Al contempo venivano eseguite suppellettili fra le quali un ostensorio opera dello scultore Ippoliti
Nel 1937 la prosecuzione dei lavori venne assunta dall’ing. Angelo Buizza che completò l’abside mentre nei primi mesi del 1938 veniva ultimata la navata il cui soffitto venne dipinto con motivi divisi e squadrati geometricamente da Vittorio Trainini. Nello stesso 1938 vennero realizzati il pavimento, le due torri delle quali una campanaria ed una destinata all’orologio pubblico finita nell’estate 1939, attivata solo nel 1946. Sempre nel 1938-1939 la, chiesa venne decorata da Vittorio Trainini, e completata da Eligio Agriconi mentre lo stesso Trainini dipingeva sul frontone del presbiterio il Cristo Crocifisso, la Madonna e S. Giovanni fra una teoria di angeli con una frase musicale che negata dal Perosi venne scritta da mons. Giuseppe Gallizioli.
Mentre iniziative di ogni genere venivano incontro al finanziamento dei lavori, dal 1940 venivano realizzate, adiacenti alla chiesa, la sagrestia e le aule di catechismo. Al contempo venivano ultimate opere di completamento alla chiesa quali le balaustre ricche di simboli, eseguite da Giuseppe Cedroni di Cazzaniga (Bergamo), la Via Crucis terminata dallo scultore Vinatzer nel maggio 1941, le porte laterali e quella maggiore proveniente dalla parrocchiale di Botticino, il Battistero disegnato dall’ing. Buizza e con coperchio del cesellatore Giuseppe Cedroni. Nel gennaio 1943 veniva affidato al pittore Giuseppe Volpini il grande affresco dell’abside raffigurante Cristo Re.
Nell’autunno del 1943, quando ormai la costruzione della Chiesa era praticamente terminata, il comando tedesco insediato a Corneto presso la Villa Fenaroli (Rodengo Saiano) requisì l’edificio che venne trasformato in deposito militare fino all’Aprile del 1945.
Qualche mese prima don Salvi era morto di polmonite ed era stato sostituito da Don Domenico Rossini il quale, terminata la guerra, completò la sistemazione della chiesa che venne consacrata ed intitolata a Cristo Re il 19 Ottobre 1946.

In un trafiletto della “La Voce del Popolo” del 19 ottobre si dava notizia della consacrazione della Chiesa nuova, che veniva a coronare tutta la fatica di quegli anni e segnalava la partecipazione entusiasta dell’intera comunità, mentre il Giornale di Brescia in un suo articolo ci informa dell’ottimo lavoro svolto dalla Schola Cantorum di Saiano, che “condecorò le celebrazioni con sceltissime esecuzioni.”
Così conclude l’articolista : “Saiano vedeva avverato il grande sogno del compianto suo arciprete don Salvi, che fece costruire la bella chiesa di Cristo Re con la cooperazione di tanti benefattori piccoli e grandi e con il concorso unanime di tutta quella buona popolazione, a testimonianza di quali grandi opere si possono compiere nel segno di una grande fede.

 

 

Le opere d'arte

Le principali opere artistiche della Chiesa di Cristo Re provengono dalla “vecchia” chiesa di San Salvatore e sono state restaurate negli ultimi anni:
Per la chiesa di San Salvatore a Saiano la bottega dei Fantoni a Rovetta (Bg) eseguiva un Crocefisso forse colorato, poi nel 1697 una statua dell’Addolorata della quale nel museo di Rovetta esiste una terracotta verniciata, nei 1707 un crocefisso “pieghevole con filetti d’oro da riporre in unbaule”(opera dispersa).

La statua della Madonna Addolorata alta 1 m. e 70 cm. ricomparve alla luce nel 1992 riscoperta dal parroco don Marini che la fece restaurare dalla bottega Poisa di Brescia. Tra le pale della chiesa spiccava quella dell’altare maggiore, raffigurante la Trasfigurazione. Restaurata nel 1993 da Leonardo Gatti la pala (159×219) raffigurante l’Ultima Cena si rivelò opera di Gerolamo Ferabosco e da lui firmata e racchiusa in una cornice barocca restaurata da Pietro Serlini di Padergnone.
Nel 1994, per iniziativa dell’arciprete don Marini veniva restaurato, dalla bottega Poisa, il grande Crocefisso del Fantoni e posto dietro l’altare maggiore.

Opere artistiche moderne

Nel 1995 nell’abside della parrocchia O. Di Prata aggiunse due episodi della vita del ven. Lodovico Pavoni.
Nella chiesa il 15 novembre 1970 veniva inaugurato un monumento a don Giovanni Salvi.

Nel novembre 1989 qui veniva inaugurata la cappella dei combattenti affrescata, a ricordo di Beppino Andreis, da Giacomo Gelfi con la collaborazione di Francesco Andreis e Carlino Bonometti con al centro la figura di Cristo che ha ai piedi le bandiere di guerra.

Le cappelle laterali sono state affrescate nel 1993/1994 dal pittore Giacomo Gelfi.
Sul lato sinistro la prima cappella è quella del Fonte Battesimale e, negli affreschi, sono raccontati: il Battesimo di Gesù, l’incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo di Giacobbe, l’episodio dell’Esodo nel quale Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia.
Segue poi la cappella dedicata a Maria Madre di Gesù, il peccato originale nel tondo centrale, l’Annunciazione, Maria ai piedi delle croce, le nozze di Cana e la presentazione di Gesù al tempio.
Dopo l’ingresso laterale, la terza cappella del lato sinistro, Gesù appare agli apostoli nel Cenacolo, la vita della Chiesa degli Atti degli Apostoli, la creazione di Adamo, Sansone e l’unzione di Davide.
Sul lato destro, seguendo il percorso troviamo nella prima cappella: la creazione, il diluvio universale, la torre di Babele, la Pentecoste, la colonna di nubi che guida il popolo ebraico e Mosè che trasmette lo Spirito a Giosuè.
Dopo l’ingresso laterale, l’altare dedicato al mistero eucaristico con il sacrificio di Isacco, l’ultima cena, la notte della Pasqua ebraica, Gesù che lava i piedi a Pietro, la moltiplicazione dei pani, il sangue dell’Alleanza e la manna. Infine nell’ultima cappella una scena dell’Apocalisse, poi la Crocifissione e la Resurrezione.

Sempre del pittore Gelfi sono i due arcangeli dipinti sulle Pareti di accesso al presbiterio (a sinistra San Raffaele, a destra San Michele) e sulle pareti del presbiterio la scena della Natività e il processo a Gesù davanti ad Erode

I sacerdoti

Nel 1944 , alla morte di don Salvi, venne nominato parroco don Domenico Rossini che, con impegno e passione, continuò a curare e sviluppare la realtà già esistente.

Dal 1971 al 1991 fu parroco don Giovanni Codenotti. Questi i suoi ricordi: “Quando sono arrivato a Saiano sono stato accolto benissimo e ho trovato una comunità molto fedele, con una partecipazione buona. Il mio intento era quello di sostenere le tradizioni, credevo molto nell’importanza delle feste: la processione della Madonna Addolorata che si svolgeva in settembre e la processione del Corpus Domini.”

Dal 1991 al 2015 parroco di Saiano è don Angelo Marini che, , continua nella sua opera pastorale e nella cura della Chiesa.
Molto importante è il contributo che don Angelo ha dato al recupero della vecchia chiesa di San Salvatore (primi accordi fra Amministrazione Comunale e Parrocchia erano stati presi già nel 1986 dall’allora Parroco don Giovanni).
Dopo i lunghi lavori di ristrutturazione, nel 2002 viene inaugurato il centro culturale San Salvatore che ospita molte interessanti manifestazioni rivolte a tutti i cittadini di Rodengo Saiano.

A don Marini segue don Luciano Bianchi dal 2015 al 2021 parroco sia di Saiano che di Ome.

Don Fulvio Ghilardi è l’attuale parroco di Saiano e di Ome nominato nel 2021

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